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MERCATO BUSINESS IN EUROPA – Una flotta milionaria

Roma, 04.04.18

Sono un milione le auto elettriche e ibride acquistate o noleggiate dai clienti business in Europa negli ultimi cinque anni. Quasi 2 su 10 sono a impatto zero. Con Regno Unito e Norvegia che conquistano la patente più green e l’Italia tra i fanalini di coda

Finalmente ci siamo. L’era dell’auto a impatto zero (o a emissioni ridotte) sta finalmente diventando realtà. Il “nemico” da abbattere, più che la scarsità della rete infrastrutturale, la ridotta autonomia delle batterie, o il prezzo di vendita di elettriche e ibride, era ed è l’auto diesel, che con la sua economia d’esercizio, le prestazioni eccellenti, l’alta affidabilità, rimane un concorrente ingombrante e tuttora agguerrito. Ora però, a causa dell’“effetto domino” innescato dal dieselgate, la campagna di demonizzazione delle auto alimentate a gasolio è entrata nella fase finale: le normative antinquinamento prossime venture renderanno impossibile (o troppo costoso) l’adeguamento dei motori a gasolio, le Istituzioni di alcuni dei più importanti Paesi europei hanno dichiarato ostracismo assoluto alla circolazione di questo tipo di alimentazione già entro il prossimo lustro, alcuni costruttori hanno ipotizzato l’abbandono del diesel nella propria produzione. E il diesel, che oggi vale ancora la metà delle immatricolazioni nell’Unione Europea, sta correndo a tutta velocità su un binario morto.

“È morto il re, viva il re”, verrebbe da dire, citando la Francia del XV secolo. Però l’erede al trono è già pronto a subentrare: l’auto elettrica (assieme al succedaneo ibrido). Resta da capire a che punto siamo nella reale diffusione dell’auto super-ecologica, in particolare nel mercato delle flotte aziendali, ovvero tra la tipologia di clientela che, con le sue alte percorrenze, è l’indicatore principale delle tendenze del mercato e l’inesorabile giudice che può decretare il via libera o il pollice verso alla diffusione dell’era automobilistica dell’impatto zero.

Un milione in 5 anni

Secondo un’analisi di Dataforce, che L’Automobile pubblica in esclusiva, nell’ultimo quinquennio le “True Fleets” (cioè le “flotte vere”), secondo la segmentazione del mercato ideata da Dataforce e ormai diventata uno standard in Europa, le immatricolazioni dirette delle aziende in proprietà, leasing e noleggio a lungo termine, depurate dalle auto-immatricolazioni di Case e Concessionari e dai noleggi a breve termine (gli “Special Channels”), hanno acquistato circa un milione di auto elettriche o ibride. Per l’esattezza, tra il 2013 e il 2017 hanno comprato (o noleggiato) 162.529 auto elettriche e 810.229 ibride, per un totale di 972.758 unità.

Di queste, circa un quinto sono state immatricolate nel Regno Unito: i sudditi della Regina Elisabetta sono infatti i più convinti acquirenti di auto ibride, con 200.095 immatricolazioni tra il 2013 e il 2017, mentre sono un po’ più perplessi verso l’auto elettrica, con 17.590 nuove targhe negli ultimi 5 anni. I paladini dell’auto a impatto zero sono invece i norvegesi (come l’Automobile ha spiegato qualche mese fa, gli incentivi fiscali all’acquisto di auto elettriche in Norvegia valgono molto di più che nel resto d’Europa, e la rete infrastrutturale di distribuzione di energia elettrica è già pressoché completata): nel periodo analizzato ne hanno acquistate 28.816. Un numero impressionante, considerando che la Norvegia vale poco più di 150.000 auto nuove all’anno, contro i circa 2 milioni dell’Italia e i quasi 3,5 milioni della Germania. Quest’ultima di auto elettriche aziendali ne ha immatricolate, sempre dal 2013 al 2017, 27.437, ossia qualcuna in meno della Norvegia. Così come i tedeschi hanno acquistato più o meno lo stesso numero di auto ibride dei norvegesi: 56.879 contro 54.004.

Dopo gli inglesi, la nazione con la coscienza più ecologica d’Europa è l’Olanda (un mercato che vale complessivamente, tra privati e aziende, circa 400.000 auto all’anno, quindi un quinto dell’Italia): 22.042 le elettriche acquisite dalla clientela business nell’ultimo quinquennio e ben 158.371 le ibride. Sono più o meno lo stesso numero di auto elettriche aziendali vendute in Francia (che, giova ricordarlo, annovera uno dei costruttori pionieri dell’auto a zero emissioni, Renault): 22.683. Per inquadrarla dimensionalmente, la Francia vale circa 2,1 milioni di auto nuove all’anno.

L’Italia arranca

E l’Italia dove si colloca? Unico Paese senza alcun sostegno statale incentivante concreto all’acquisto di veicoli zero o ultra-low emission (se si escludono provvedimenti locali di scarsa entità se comparati a quanto offerto nel resto d’Europa, quali l’esenzione dal pagamento del bollo per un quinquennio in vigore in alcune regioni e alcuni vantaggi di libera circolazione), ha immatricolato alle aziende soltanto 4.355 auto elettriche e 41.730 ibride. Nella graduatoria europea, dunque, con un totale di 46.085 immatricolazioni nell’ultimo lustro, conquista uno striminzito nono posto, preceduta da Regno Unito, Olanda, Francia, Germania, Norvegia, Svezia, Spagna e Belgio. C’è poco da andare fieri…

Possiamo però consolarci analizzando il progresso delle immatricolazioni di ibride da parte della clientela business nei 5 anni: sono più che triplicate. Dalle 3.172 del 2013 alle 10.172 del 2017, con una crescita costante anno dopo anno. Più altalenante, invece, l’andamento delle vendite aziendali delle auto elettriche: dalle 278 unità del 2013, sono raddoppiate l’anno seguente (538), ancora in forte progresso nel 2015 (913), per poi precipitare a 685 nel 2016 e sfondare la barriera delle mille unità lo scorso anno (esattamente 1.191, ossia un settimo della Norvegia). Quanto vale il noleggio a lungo termine di auto elettriche e ibride in Italia? Per le elettriche circa il 60-70% di tutte le vendite aziendali, per le ibride attorno alla metà. Il NLT, dunque, si conferma la formula di acquisizione più adeguata anche per le auto a impatto zero o a emissioni ultrabasse.

Renault Zoe la più venduta

Quali sono le auto elettriche più vendute in Europa nel 2017? Restringendo l’analisi ai 10 Paesi automobilisticamente più rilevanti per questa tipologia di alimentazione (in ordine di volumi di vendite aziendali: Gran Bretagna, Norvegia, Germania, Francia, Svezia, Belgio, Spagna, Italia e Austria), si giocano la prima piazza la Renault Zoe e la BMW i3, rispettivamente con 8.895 e 8.163 immatricolazioni complessive nei 10 Paesi, tallonate abbastanza da vicino dalla Tesla Model S (7.154 unità). Nelle posizioni di rincalzo, la Tesla Model X (4.441), la Volkswagen Golf (4.,104) e dalla Nissan Leaf (4.028). Quest’ultima, però, in fase di run-out, perché in attesa del debutto del nuovo modello all’esordio nelle vendite quest’anno.

Scorrendo le graduatorie nei singoli Paesi, sorprende il primo posto assoluto della Tesla Model S nel Regno Unito, in Svezia, Belgio e Olanda. La BMW i3 è market leader in Norvegia, Germania e Austria, la Renault Zoe in Francia e in Spagna. E in Italia, qual è la classifica delle elettriche più vendute all’utenza business? Il nostro è l’unico Paese in cui la Nissan Leaf ha conservato il primato, seguita dalla BMW i3, dalla Renault Zoe e dalle due Tesla (S e X). In Italia la Nissan Leaf conquista anche il primo posto nella graduatoria del noleggio a lungo termine.

Toyota market leader tra le ibride, ma…

Nelle classifiche delle auto ibride vendute o noleggiate dalla clientela business, prendendo come riferimento sempre gli stessi 10 Paesi, tre Toyota hanno monopolizzato il podio nel 2017. Sorprende però il fatto che la Yaris mantenga il primato per sole 200 unità rispetto alla C-HR (15.686 contro 15.431), e che al terzo posto si sia piazzata la Rav4 con 11.124 unità. Ancora più degno di nota il quarto posto assoluto della Mitsubishi Outlander, che ha sfiorato le 10.000 immatricolazioni business nei 12 mesi dello scorso anno, ed è market leader nel Regno Unito e in Norvegia. La classifica in Italia vede un poker di Toyota al comando: Yaris, C-HR, Auris TS e Rav4, seguita dalla Lexus NX e dalla Auris berlina. Abbastanza simile la graduatoria relativa al solo noleggio a lungo termine, che vede la Yaris sempre al comando, seguita dalla C-HR e dalla Auris TS, con la Lexus NX e la Rav4 che si scambiano le posizioni.

Un futuro silenzioso

Quali prospettive per il 2018? Continuerà l’avanzata delle ibride, con un’accelerazione formidabile, e delle elettriche, con una flemma maggiore. La tendenza alla diminuzione delle vendite di auto diesel alle flotte aziendali è già in atto dallo scorso anno in Germania (-22%) e in Francia (-10%). In Italia la flessione non c’è ancora stata. Ma è certo che i fleet manager delle grandi aziende stanno effettuando profonde riflessioni sul futuro dell’auto a gasolio, cui seguiranno a ruota analoghe scelte da parte delle aziende con parchi auto dimensionalmente più ridotti. A fare propendere verso un cambio di rotta più deciso in ottica green non saranno tanto i divieti di circolazione sempre più stringenti, quanto piuttosto il sensibile calo dei valori residui delle auto a gasolio, che avranno come conseguenza diretta e immediata l’innalzamento dei canoni di noleggio. Per ora gli analisti dell’usato si sono mostrati prudenti: qualora le quotazioni dell’usato del diesel dovessero precipitare, la sterzata verso l’auto a impatto zero o a basse emissioni sarà più rapido. Ma avverrà non prima del 2019-2020.

In caso di pubblicazione, indicare sempre: “Elaborazione Dataforce su fonte Ministero Infrastrutture e Trasporti e ACI”.

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